Carne di razza maremmana
La razza bovina maremmana è di antica origine, conosciuta fin dai tempi degli etruschi, ed è probabilmente derivante dai bovini grigi asiatici della Podolia.
Descrizione del prodotto
La carne di razza maremmana è di colore rosso intenso, magra e molto saporita. Questa carne ha una buona capacità di ritenzione idrica (perde poca acqua durante la cottura, fenomeno che spesso caratterizza altri carni derivate da animali da allevamento).
Gli animali vengono allevati allo stato brado in grandi recinti che racchiudono pascoli naturali e artificiali, pinete e boschi di macchia mediterranea. Per le caratteristiche rustiche della razza riescono ad utilizzare diverse risorse alimentari che l’ambiente mediterraneo gli offre, dagli arbusti della macchia mediterranea fino alla salicornia (salicornia europaea) pianta alofita di ambienti salmastri.
Gli animali vivono tutto l’anno all’aperto prediligendo i pascoli aperti durante l’estate, mentre l’inverno si proteggono dalle intemperie della stagione all’interno della pineta costiera.
Le mandrie sono governate da butteri a cavallo e nei periodi di carenza di foraggio fresco l’alimentazione viene integrata con del fieno. I butteri seguono dalla nascita, ogni vacca presente nell’azienda e controllano quotidianamente i recinti, lo stato di salute, la disponibilità d’acqua utilizzando come mezzo di trasporto, il cavallo e seguendo gli spostamenti degli animali. Le vacche non sono addomesticate ma vengono mantenute in branco dove possono avere un comportamento “selvatico” e vengono gestite sempre in gruppo poiché se fossero isolate, l’aumento di stress le porterebbe a difendersi fino ad attaccare l’uomo ed il cavallo, di cui sin dai primi momenti di vita devono imparare il rispetto e a temere.
Cenni storici
La tradizionalità di questa carne è legata soprattutto alla marcata rusticità della razza autoctona. La razza Maremmana discende dal bos Taurus Macroceros, bovino dalle grandi corna che dalle steppe euroasiatiche si è diffuso in Europa e del quale si hanno tracce in Italia sin dal tempo degli Etruschi, come testimoniano i reperti archeologici di Caere (Cerveteri) e la testa taurina del museo di Vetulonia. Su questo bovino (il Bos Silvestris descritto da Plinio nella Storia Naturale) si sarebbe innestato il sangue dei bovini Podolici giunti in Italia al seguito delle invasioni barbariche, originando la razza Maremmana.
Nel Novecento con la bonifica dei terreni paludosi della maremma, la vacca maremmana venne ampiamente utilizzata come razza da lavoro, adatta per la sua rusticità e primitività ad un agricoltura arretrata.
Nel secondo dopoguerra, la meccanizzazione agricola e la riforma agraria hanno portato ad una considerevole diminuzione del numero di esemplari di razza maremmana. Il passaggio da razza da lavoro a razza da carne ha portato alcuni allevatori ad incrociare la maremmana con altre razze di vacche per aumentare la produzione di carne, fatto che ha ridotto il numero dei capi in purezza.
Da diversi anni viene operato il controllo di razza, in occasione della separazione della madre dai vitelli su base morfologica, il tutto finalizzato a recuperare il patrimonio genetico di questa razza autoctona della Maremma.
Contribuisce alla tipicità di questo prodotto anche la particolare tecnica di conduzione della mandria. I butteri nel loro lavoro quotidiano seguono gli animali e ne osservano il comportamento allo stato brado. Il seguire un esemplare nel suo ambiente gli permette di operare una selezione mirata per favorire le vacche che meglio si adattano all’ambiente maremmano, così da preservare la vacca macchiaiola, quella più affamata che riesce ad arrampicarsi ovunque pur di mangiare, quella che poi riuscirà ad essere più grassa, oppure la lattifera, che come si può capire dallo stesso termine, produce più latte per i vitelli, uno o due in caso di parto gemellare.
Ricette e tradizioni
La carne di razza maremmana viene impiegata soprattutto per la preparazione di stracotti e nei bolliti.
Foto di Alberto Pastorelli
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