L’Agnello del Centro Italia IGP è la carne fresca ottenuta da agnelli appartenenti a determinate razze in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo.
Descrizione del prodotto
Il disciplinare dell’Agnello dell’Italia Centrale IGP prevede le razze: Pomarancina (da Pomarance, comune della Toscana), Fabrianese (da Fabriano, comune delle Marche), Sopravissana e Vissana (da Visso, comune delle Marche), Merinizzata (dall’incrocio tra Sopravissana e razze di derivate Merinos da carne), la Bergamasca (oltre che essere stata utilizzata come razza incrociante su pecore di razze locali, è allevata in purezza tanto che oggi può essere considerata un’entità del patrimonio dell’area geografica), la Massese (originaria di Massa Carrara e diffusa oltre che in Toscana anche in Umbria e in Emilia Romagna), la Garfagnina Bianca (diffusa nella Garfagnana e nella Lunigiana e zona di Pontremoli e in seguito anche in altre provincie della Toscana, fino a raggiungere molte zone dell’Emilia Romagna), la pecora Zerasca (popolazione ovina autoctona presente nel territorio di Zeri in provincia di Massa Carrara), la Biellese e la Gentile di Puglia giunte storicamente, insieme alla Bergamasca, nell’areale grazie alla transumanza..
Cenni storici
L’allevamento ovino, presente nell’Italia Centrale da tempi remoti, ha sempre avuto grande importanza per la popolazione locale sia per i prodotti alimentari (carne e latte) che per le materie prime (lana e pelli). Durante l’Impero Romano, la pecora fu considerata ottima merce di scambio per le genti latine. La caduta dell’Impero Romano, le guerre e le pestilenze, determinarono il declino dell’allevamento ovino e l’interruzione della transumanza. In seguito ritornò la pace e con essa l’allevamento ovino si risollevò, tanto che Bonifacio IX, nel 1402, fece costruire la Dogana Pecudium per permettere il libero passaggio delle greggi in tutto il territorio dello Stato Pontificio facendo pagare, però, una tassa di salvacondotto che divenne una preziosa fonte di guadagno per la Camera Apostolica.
I frequenti spostamenti delle greggi portarono alla rinascita della transumanza, alla quale è legata la produzione dell’agnello leggero: questi spostamenti, infatti, limitavano la crescita degli agnelli fino a 3 mesi. Nella pratica dell’allevamento stanziale, invece, o nelle numerose piccole greggi presenti nelle mezzadrie, l’allevamento dell’agnello da destinarsi alla macellazione si orientò verso la produzione di quello pesante.
Successivamente la diversificazione delle razze si ebbe grazie ai diversi adattamenti nelle varie zone geografiche e in base alle differenti condizioni climatico-ambientali. Nacquero così le razze autoctone e quelle incrociate.
Ricette e tradizioni
La carne di Agnello del Centro Italia IGP è molto apprezzata nella cucina toscana. Può essere impiegata in ricette in padella oppure arrosto, di solito accompagnata con verdure [1] e patate cotte lentamente al forno [2]; infine la carne di agnello viene consumata anche fritta, generalmente con un calice di vino rosso toscano in abbinamento.
L’area geografica d’allevamento degli animali per l’ottenimento delle carni dell’Agnello del Centro Italia comprende interamente i territori ricadenti nelle seguenti regioni: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria.
COMITATO PROMOTORE AGNELLO DEL CENTRO ITALIA
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