A Firenze è stato presentato il Rapporto Coldiretti/Symbola 2018 che dimostra che la maggior parte delle produzioni tipiche italiane sono realizzate nei piccoli comuni.
In Italia i piccoli comuni (aree pari o al di sotto dei 5 mila abitanti) sono 5.567 su un totale di 7.977 (al 30 giugno 2017): quasi due terzi del totale (69,7%), pari al 54,1% della superficie territoriale complessiva del Paese. Nella grande maggioranza dei casi (l’85,3% del totale) si tratta di realtà rurali a bassa urbanizzazione, e per più della metà dei casi (55,3%) di aree totalmente montane.
Nei piccoli comuni risiedono oltre 10 milioni di abitanti, pari al 16,5% della popolazione italiana. La densità abitativa è molto più bassa rispetto a quella dei grandi comuni (61 abitanti per kmq contro 365). Lì vivono all’incirca 2,4 milioni di anziani, ma anche 3,7 milioni di residenti nel pieno dell’età lavorativa (40-64 anni), quasi 1,3 milioni di ragazzi con meno di 15 anni e oltre 5 milioni di donne.
In queste zone albergano produzioni di qualità, nell’artigianato e nella manifattura. In particolare in questi piccoli centri si produce il 92 per cento dei prodotti agroalimentari di origine protetta (Dop, e di Indicazione di origine protetta, Igp) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati.
In Toscana i piccoli Comuni sono 119 su un totale di 273, pari al 43.6%, la loro superficie è di 8.860 kmq pari al 38,5% del totale e ospitano una popolazione di 283.313 abitanti pari al 7.6% di 3.736.968 residenti in Toscana. Delle 31 tipicità toscane, tra le quali prevalgono ortofrutticoli e cereali, 4 (Fagiolo di Sorana, Lardo di Colonnata, Mortadella di Prato e Zafferano di San Gimignano) sono esclusiva di grandi comuni. Le altre 27 produzioni tipiche coinvolgono sempre piccoli comuni e una, l’olio DOP di Seggiano, viene prodotta esclusivamente in otto piccoli comuni del grossetano (Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano e Semproniano).