martedì 8 Agosto 2017


Si è aperto in questi mesi un tavolo per discutere delle prospettive dell’enoturismo e, più in generale, del turismo enogastronomico, legato, cioè ai prodotti di qualità realizzati su territorio italiano. Per questo motivo, è indispensabile che al processo siano coinvolte anche le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori.

Il comparto del vino, infatti, come dimostra il XIII rapporto sul “Turismo del Vino”, rappresenta una delle più importanti voci favorevoli di business. Ciò necessita quindi di una strategia nazionale e di strumenti adeguati alle nuove sfide.

Lo sforzo compiuto a livello legislativo con l’approvazione del Testo Unico sul Vino rappresenta un passo in avanti essenziale, soprattutto nella parte in cui interviene per adeguare la disciplina delle attività enoturistiche svolte nelle aziende agricole vitivinicole (art. 87 T.U. che introduce i commi 3 bis, 3 ter e 3 quater alla L.268/99).

Le Strade del Vino auspicano una legge quadro sull’enoturismo che non ricada nell’errore di riproporre normative frammentate o funzionali agli interessi di qualche soggetto, a discapito di altri.

Le Strade si occupano di accoglienza (e in molti casi gestiscono direttamente uffici turistici) e di segnalazione nel territorio delle aziende associate; propongono pacchetti e organizzano wine/oil tours; gestiscono eventi, partecipano a fiere di settore; implementano una importante attività di comunicazione e animazione sui social network non legata a singoli eventi ma in maniera continuativa, dando un contributo fondamentale alla “governance” dell’enoturismo. Per questi e molti altri motivi, sono attori virtuosi del settore con un’elevata esperienza e professionalità: valori utili per scrivere la legge.

Il suggerimento è quello di effettuare una rilettura inclusiva della legge apripista delle “turismo del vino” che è stata la L.268 del 1999, che possa risolvere in maniera intelligente alcune lacune ancora presenti nel quadro normativo, che regolamenti in maniera puntuale aspetti fiscali e semplificazioni autorizzative, che rafforzi la “governance” del settore e che si ponga come obiettivo il superamento della discontinuità territoriale che spesso si riscontra nelle singole regioni.

Indubbiamente, il settore ha bisogno di stimoli nuovi, a partire da una incisiva strategia nazionale nei mercati turistici stranieri e ad una aggregazione di una offerta turistica che tenga insieme (per distretti, per aree, per vocazioni) vino, olio, benessere, esperienze, genius loci. Le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori ribadiscono la disponibilità a concretizzare luoghi di confronto per il bene di tutti.




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