Il Monte Amiata è ricco di sorprese, tradizioni e sapori da scoprire. L’area di riferimento è quella compresa dai comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castell’Azzara, Castel del Piano, Castiglione d’Orcia, Piancastagnaio, Santa Fiora, Seggiano, Cinigiano, Roccalbegna, Semproniano, Radicofani, San Quirico d’Orcia.
Ecco alcune prelibatezze da assaggiare se vi trovate in viaggio sull’Amiata!

Prodotti tipici

Bollite, arrostite, crude, glassate o seccate, trasformate in marmellata, macinate e ridotte in farina per farne polenta, frittelle e castagnaccio: ecco cosa possono creare le castagne IGP del Monte Amiata, uno degli alimenti base della popolazione locale, fin dai tempi antichi. Le castagne qui si legano anche alla tradizione dei goglioli: incise con un coltello, vengono poste in una padella sul fuoco. Ogni tanto si mescolano affinché cuociano bene e non brucino, quindi si innaffiano con un po’ di vino rosso e si coprono con un panno.
I più ghiotti usano mettere i “goglioli” sgusciati in un bicchiere di vino rosso. I “goglioli” di Abbadia diventano “crastatoni” a Piancastagnaio, dove nei primi giorni di novembre vengono festeggiati con una sagra.

Oltre al prezioso Olio Extravergine di Oliva Toscano IGP, in alcune zone dell’Amiata si produce anche l’Olio Extravergine di Oliva Seggiano DOP. L’olio è caratterizzato da una notevole resa, a volte oltre il 30%, e da un basso contenuto di acidità. Per queste caratteristiche l’olio di olivastra seggianese è indicato nelle diete anticolesterolo.

Ma l’Amiata è una zona ricca anche di funghi, prodotti naturali del bosco, insieme a fragole e lamponi. Il fungo dell’Amiata è un prodotto naturale del bosco, insieme ad altri frutti del sottobosco come le fragole e i lamponi. In tempi recenti diverse aziende si sono specializzate nella lavorazione e trasformazione di questo profumato frutto del sottobosco che costituisce la base di alcuni prelibati piatti locali. Tra questi la zuppa di funghi freschi che si può degustare in occasione della “Sagra del fungo amiatino” a Bagnolo, vicino al borgo di Santa Fiora, a settembre. In alcune aree, in particolare a Castell’Azzara, si trovano tartufi dai sapori unici, che vengono utilizzare in ricette semplici, così come è la cultura della montagna amiatina.

A poca distanza dalle denominazioni prestigiose del Brunello di Montalcino, del Morellino di Scansano o del Monteregio di Massa Marittima, si trova un altro vino eccellente: il Montecucco DOC. Si tratta di una denominazione di recentissima costituzione, riconosciuta nel luglio 1998, comprendente diverse tipologie divini: rosso, sangiovese, bianco e vermentino. I vini rosso e sangiovese possono essere prodotti anche nella tipologia riserva.
Al Montecucco si abbina perfettamente il pecorino toscano DOP, anch’esso prodotto in zona.

Specialità

Tra le specialità culinarie della zona, si ricordano il biscotto salato di Roccalbegna (un biscotto dalle origini medievali, fatto con ingredienti umili) e il brecciotto di Roccalbegna, un biscotto dalla forma irregolare, caratterizzato dall’essenza di anice e dal profumo di vino.
Tipica di Abbadia San Salvatore è invece la Ricciolina, un dolce di forma circolare, secco all’esterno e morbido all’interno. I sapori evidenti sono quelli del cioccolato e delle mandorle.

 

Foto di Juls’ Kitchen